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Addio foglio di presa dati
E’ ora di una nuova tecnologia. Educativa.
Per un analista del comportamento, vedere il gran interesse che c’è per la robotica applicata all’autismo è sorprendente. Tutto ciò che abbiamo finalmente compreso sullo sviluppo umano, da quando non facciamo più le “prove discrete” a tavolino e forme di addestramento educativo, è che l’interazione umana è ontologicamente connessa all’evoluzione dell’individuo e che, come forma di stimolazione neurologica (o cognitivo-comportamentale…) non può essere sostituita da nulla di meccanico. In altre parole, solo una persona, con il gioco e la spontaneità, può aiutare un bambino con difficoltà di sviluppo a recuperare la voglia di guardare negli occhi, il divertimento di fare “cucù”, l’istinto di imitare, il piacere di rifare suoni e movimenti emessi da altri.
Eccoci qui, nella terra di mezzo tra la tecnologia informatica/ingegneristica e la tecnologia educativa (che vuol dire uso di strategie per insegnare in modo mirato…non c’entra con i computer). Quest’ultima ci guida verso una rimozione dei dispositivi informatici a favore di un ripristino di abilità motorie grosse e fini, di attenzione condivisa con gli altri, non con un dispositivo.
Siamo infatti lontani, malgrado il fascino dell’intelligenza artificiale, a sostituire l’insegnante con un robot. E non siamo nemmeno tanto originali quando proviamo a sperimentarla: hanno già provato a sostituire gli insegnanti con dispositivi (dimostrando che è l’insegnante che insegna o progetta l’insegnamento, non il materiale che usa, a generare l’apprendimento) gli illustri Skinner, Lovaas, Lindley ed eredi,… con le loro Teaching Machines e l’Istruzione Programmata, l’alfabetizzazione universale con la TV, la LIM, le classi multimediali con l’I Pad per tutti…
Allo stesso tempo, però dobbiamo ammettere di essere una categoria professionale reticente e sospettosa: raccogliamo i dati carta-matita, ci costruiamo da soli, infinite volte, materiali che potremmo progettare con l’aiuto di professionisti dell’informatica o dell’ingegneria, per un uso più flessibile e vario.
Il mondo degli Errepiù sta per essere messo sottosopra da un’innovazione che il tecnico informatico Enrico di Casa Gioia ha prodotto: un quaderno elettronico. Molti troveranno questa cosa ridicola ma per noi analisti del comportamento è epocale: i nostri fogli di presa dati, i nostri grafici individuali, giornalieri, settimanali…saranno generati automaticamente e raccoglieremo dati con il telefonino o il tablet. I genitori potranno leggere ciò che facciamo e come va il figlio dal loro computer, in tempo reale. Oltre a fungere da database longitudinale (molte neuropsichiatrie infantili non ce l’hanno!), questo dovrebbe aumentare di molto la nostra accuratezza, la velocità, l’efficienza di analisi e soprattutto, richiederà ai professionisti di condividere realmente un vocabolario di termini scientifici accurati (se scrivo PROMPT il computer intenderà proprio PROMPT…non quello che io volevo dire al mio collega con un significato leggermente diverso). Insomma, dovremmo migliorare, almeno in autostima.
Sapremo come va tra un po’, analizzando i dati prima e dopo l’avvento della tecnologia informatica per la raccolta dati e la creazione di grafici e programmi.
Ma sappiamo già che il software non potrà sostituire l’occhio dell’educatore, l’opinione del genitore e la correzione di un buon supervisore.
L’educazione si gioca tra ciò che è frutto della selezione naturale, ciò che ci rende umani e socialmente capaci e il prodotto della nostra intelligenza, un’epoca storica dopo l’altra. Godiamoci i simboli del limbo in cui ci troviamo, a cavallo tra un mondo dell’insegnamento che finisce, uno che non può finire e uno che verrà inevitabilemnte sostituito dall’innovazione: il nostro strano mondo fatto di plastilina, tesserine velcrate, mollette da bucato per rafforzare la prensione, specchi per imparare a imitare…e finalmente I Phone e I Pad usati come strumenti al servizio dell’educatore (non più come premi per bambini che non prestano attenzione a nient’altro).