“Il genitore resti fuori dalla porta, per cortesia”

Vorrei commentare quanto scritto da Emi Visani sulla collaborazione tra professionisti e aggiungere il mio punto di vista di genitore.

Quanto scrive EMI VISANI  sulla collaborazione tra i diversi attori protagonisti del lavoro che si svolge con i nostri ragazzi speciali dimostra quanto sia ancora difficile e complicato veramente essere tutti centrati sull’obiettivo:  ognuno di noi ha le idee chiare, ma specifiche per quanto riguarda la sua sfera di competenza. Lo dico da genitore, che vorrebbe che la scuola facesse questo, la parte medica quello, lo Stato in genere quell’altro ancora. Si deve arrivare ad avere l’obiettivo comune in testa, spostandolo dalla nostra sfera a quella dell’insieme, di noi che insieme lavoriamo per lo scopo. Come genitore ne ho avuto, con mia moglie, un chiaro esempio  da quando nostra figlia ha iniziato le scuola superiori. Trovando ” competenza “, parola magica che anche EMI utilizza, stiamo facendo, tutti insieme, un bel lavoro. Competenza non vuol solo dire capacità di fare la tua parte, ma anche di coinvolgere gli altri attori nel tutto che si deve fare. Anche perché c’è una componente che parte in svantaggio: siamo noi genitori, che per gli ovvi motivi che possiamo immaginare, non ” abbiamo studiato ” per fare i genitori di un figlio speciale, quindi ci relazioniamo con le altri parti che ho citato prima, troppo spesso, solo da un punto di vista emozionale, e abbiamo DISPERATAMENTE BISOGNO di essere capiti, sostenuti, coinvolti, per non sentirci più incompetenti di quanto non siamo già.

Per cui secondo me, la vera sfida che gli educatori, dottori, psicologi, scuola, e’ che co-costruiscano, come dice EMI, una vera rete che permetta a noi genitori incompetenti di essere all’altezza della situazione. Perché è importante amare ma non e’ sufficiente spesso: bisogna anche sapere, conoscere, saper fare. Non so se ho reso l’idea di quanto volevo dire, ma in questo periodo della nostra vita, in mezzo al mare in tempesta delle difficoltà, con l’aiuto di tutti, noi possiamo definirci sereni, tranquilli, sostenuti. Sono anni che non ci capita più di essere lasciati fuori dalla porta – fisicamente e virtualmente- delle riunioni, delle visite e dei trattamenti e ci sentiamo finalmente partner degli insegnanti, degli educatori e dei medici. Quest anno, addirittura, abbiamo fornito noi alla scuola, d’accordo con i medici e con la mediazione di consulenti ABA, la valutazione criteriale sulla base della quale le insegnanti di nostra figlia hanno scritto il PEI, includendo le nostre considerazioni e preferenze. Ma non è stato sempre così e se pensiamo che i genitori di bambini piccoli debbano affrontare quello che abbiamo affrontato noi all’inizio (sentiamo che ancora accade, in diverse parti d’Italia), ci sentiamo male!

Buon lavoro a tutti Voi, professionisti dell’aiuto: quando lavorate per NOI e con NOI (quelli che dell’aiuto hanno tanto bisogno), a prescindere dalle vostre “faide interne” che non sempre capiamo, si sente la differenza! E’ così che diventate veramente speciali per noi e i nostri figli.

Giuseppe (Beppe) Villosio