PILLOLE DI SCIENZA: L’ARTICOLO DEL MESE

TRATTAMENTO DELL’AGGRESSIVITA’ E DEI COMPORTAMENTI ESPLOSIVI: MANTENIMENTO DEGLI EFFETTI A LUNGO TERMINE PER UN ADOLESCENTE AUTISTICO

Foxx, R. M., & Meindl, J. (2007). The long term successful treatment of the aggressive/destructive behaviors of a preadolescent with autism. Behavioral Interventions: Theory & Practice in Residential & CommunityBased Clinical Programs, 22(1), 83-97.

TRADUZIONE DELL’ABSTRACT

Questo studio analizza un programma per la riduzione di comportamenti aggressivi/distruttivi sviluppato per un ragazzo con autismo di 13 anni, per il quale tutti gli interventi precedenti risultarono inefficaci. Tale programma ha incluso l’utilizzo ad alta frequenza di rinforzi positivi, token,  possibilità di scelta, costo della risposta, sovra-correzione e contenimento fisico. Il trattamento si è svolto in un’aula indipendente di una scuola per ragazzi con bisogni speciali. I risultati, mantenuti per oltre un anno, mostrano una diminuzione dei comportamenti aggressivi/distruttivi del ragazzo fino a livelli pari o vicini allo zero. Il ragazzo inoltre ha fatto notevoli progressi in diverse aree accademiche e ha iniziato a frequentare ambienti inclusivi.

COMMENTO DI ERREPIÙ:

Abbiamo scelto questo studio per enfatizzare due aspetti:

  1. Non è mai troppo tardi per un intervento evidence-based, non ci sono comportamenti troppo gravi.
  2. Le strategie utilizzate sono note a tutti gli analisti del comportamento: ciò che è straordinario, in questo studio, sono le risorse messe a disposizione per ottenere il risultato.

Sebbene il trattamento educativo intensivo e precoce sia l’unico con effetti preventivi rispetto alla proliferazione dei sintomi di autismo, spesso gli analisti del comportamento incontrano bambini e ragazzi che da piccoli hanno fatto attività sotto la soglia di efficacia, i cui sintomi aumentano nella pre-adolescenza. I genitori, gli insegnanti e i medici comprendono così che il problema ha carattere di urgenza e gravità. Arrivati all’attenzione dei professionisti, spesso è necessario agire in modo reattivo (non preventivo) e aiutare tutti ad “arginare” o “gestire” i comportamenti problema che mettono in pericolo la sicurezza dell’individuo e degli altri. Di fronte ai comportamenti aggressivi o distruttivi di qualunque studente, con o senza diagnosi di Disturbi dello Sviluppo, gli analisti del comportamento possono svolgere analisi funzionali per stabilire quali conseguenze mantengono il comportamento nel tempo e redigere un piano comportamentale basato su una rosa di principi della scienza del comportamento che, come nello studio di Foxx e Meindl, si ripetono nella maggior parte dei “behavior plan”. Ciò che fa la differenza e che rende questo studio particolarmente interessante non è la peculiarità delle procedure, che sono standard, ma l’efficacia delle stesse in tempi ragionevolmente brevi e per oltre un anno dopo la fine dell’intervento: in altre parole i comportamenti problema pericolosi sono scomparsi dai repertori del soggetto. Per sapere cosa Foxx e Meindl hanno fatto che molti analisti del comportamento non sanno/possono fare, basta leggere nella procedura l’intensività dell’intervento: 30 ore settimanali, con 5 tutor in rotazione e un programma di inclusione sociale alla fine. Questo studio ci ricorda che non basta saper descrivere “cosa bisognerebbe fare” quando un adolescente presenta gravi comportamenti problema, ma scegliere di lavorare solo quando il contesto educativo permette di spendere le risorse necessarie per l’efficacia: è molto probabile che lo stesso piano comportamentale, applicato per 6 ore settimanali, oppure solo da 2 insegnanti su 5, oppure senza integrità procedurale tra i tutor, non avrebbe dato il risultato descritto.

La traduzione completa dell’articolo è disponibile per i soci Errepiù nella sezione Area Riservata”.